Favola di Esopo “Il cervo e il leone” che insegna ai bambini a non fermarsi sulle apparenze.
Morale: spesso le cose che meno ci piacciono possono essere le più utili mentre quelle che più ci piacciono possono rivelarsi svantaggiose.
Un giorno un cervo si fermò sulle rive di un ruscello per bere l’acqua.
Quando non ebbe più sete rimase a guardare la sua immagine nello specchio d’acqua. Sorrise soddisfatto e ammirò orgoglioso le sue corna alte e ramificate: “Sono degne di un principe della foresta, chiunque le può notare!”
Poi il suo sguardo scese più in basso, verso le gambe. Ed ecco che il cervo si fece triste: “Come sono magre invece le mie gambe! Sembrano esili e fragili…”
Mentre si lamentava sentì un fruscio.
Era un leone che si stava lanciando su di lui.
Subito il cervo fuggì e riuscì a distanziare il leone di un bel pezzo. Le sue gambe erano agili e scattanti, mentre quelle del leone erano appesantite dai muscoli.
Finché il terreno era senza alberi, il cervo mantenne il suo vantaggio nella corsa, ma quando entrò nel fitto del bosco le corna gli si impigliarono nei rami degli alberi e non poté piu correre.
Così il leone lo raggiunse e con un gran balzo lo catturò.
Il cervo allora esclamò: “Quanto sono disgraziato! Quelle gambe che disprezzavo mi hanno offerto la salvezza e ora devo morire per colpa delle corna che tanto ammiravo!“