Favola di Esopo per bambini “Il leone, la volpe e il cervo” che insegna ai bambini a non cadere nella trappola delle lusinghe di gloria.
Morale: Occorre stare attenti a non farsi incantare dagli onori perché spesso nascondono pericoli.
Un leone era da tempo ammalato dentro a una caverna e non poteva muoversi.
Un giorno disse alla volpe, la sua amica preferita, che lo aveva fedelmente assistito durante la sua malattia: “Se tu vuoi che io guarisca, devi convincere il grosso cervo che abita nella foresta a veni re qui! Me lo devo mangiare per riacquistare le forze.”
La volpe si incamminò nel bosco e trovò il cervo che se ne andava beato tra gli alberi.
Lo salutò gentilmente e cominciò: “Sono venuta a portarti una bella notizia. Il leone, nostro re, che come sai è mio vicino di casa, è ammalato e sta per morire. Egli dunque ha pensato a quale animale potesse lasciare in eredità il suo regno. E così l’ho sentito riflettere che il cinghiale è uno stupido, l’orso è sciocco, la pantera è sempre in cerca di liti, la tigre è una spaccona… Il più adatto a fare il re è il cervo. E’ bello, la sua vita è lunga, e le sue corna fanno paura ai serpenti… Insomma, caro cervo, sei stato scelto fra tanti, per diventare re. Quindi dai retta a me, che sono vecchia e saggia, vieni dal leone e stagli vicino finché non muore!”
A queste parole, il cervo si gonfiò tutto di orgoglio.
Non immaginava che potesse essere una trappola, e si avviò dietro la volpe, verso la caverna del vecchio leone.
Il leone, appena lo vide, lo assalì, ma, proprio perché non era nel pieno delle sue forze, riuscì soltanto a graffiargli le orecchie con i suoi artigli. Il cervo, agile e svelto, scappò immediatamente via, nascondendosi nel bosco.
La volpe allora batté con rabbia le zampe; ma il leone, disperato, la supplicò ancora: “Trova un’altra scusa e riportamelo qui di nuovo!”
“E’ molto difficile soddisfare il tuo desiderio ma se proprio ci tieni proverò ad aiutarti ancora.”
Come un cane da caccia, la volpe seguì le tracce del cervo.
Lo trovò nel bosco, mentre riprendeva fiato dopo la fuga. Senza imbarazzo né timore gli si avvicinò il cervo che arrabbiatissimo gridò: “Non mi prenderai più, vigliacca di una bestiaccia; se ti avvicini sei morta! Vai a imbrogliare chi non ti conosce ancora come me!”
Ma la volpe, sempre più furba: “Perché hai paura? Perché sospetti degli amici? Non hai capito che il leone ti ha afferrato per le orecchie per sussurrarti alcuni consigli sulla tua importante missione di re? E tu non sei stato capace di sopportare il graffio della zampa di un povero malato! Ora il leone è ancora più arrabbiato di te e vuole lasciare il suo regno al lupo. Ahimé, che brutta fine faremmo tutti con un lupo come re! Su vieni e non avere più paura. Torniamo dal leone e tu sarai il nostro sovrano!”
Così, con un altro inganno, la volpe convinse il cervo a tornare nella caverna e il leone se lo mangiò.
Mentre il leone mangiava, la volpe gli rubò il cuore del cervo.
Quando il leone ebbe finito disse: “Ma non ho trovato il cuore di questo animale!”
E la volpe, che se l’era già mangiato, subito rispose: “E’ inutile cercare il cuore: quel cervo non l’aveva. Che cuore vuoi che abbia un animale che per ben due volte è venuto nella tana del leone?“